GENOVA MEDICA/
OTTOBRE 2017
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Vita dell’Ordine
Proteggere
chi ci cura
Storie di ordinaria violenza e di stupri
annunciati
Q
uesti i fatti noti: il 19 settembre, mentre
svolgeva il servizio di Guardia Medica, una
Collega siciliana viene sequestrata, pic-
chiata, umiliata, stuprata... resta in balia del suo
aggressore per tre ore prima di riuscire a fuggi-
re. Tutto questo mentre era “a disposizione” della
gente del suo paese Trecastagni, pronta a dare
sollievo, consiglio... o semplicemente a sbrigare
pratiche... Mentre apriva la porta al suo aguzzino,
forse, Anna (chiamiamola cosi) non aveva paura, si
chiedeva solo: come posso essere utile? Di cosa
avrà bisogno quest’uomo? Sarò pronta e prepa-
rata per affrontare il suo problema? Non poteva
pensare di essere in pericolo, di dover fuggire,
proteggersi, DOVEVA aprire quella porta e dare
aiuto: il compito di un medico.
Non so nulla di lei e mi pare di ferirla oltremodo
cercando di capire chi sia, quale siano la sua storia
e la sua identità, penso che se sopravvivi a questo
dramma, vuoi solo sparire, allontanarti, dimentica-
re: lo stupro ti uccide in mille modi e si perpetra nel
tempo... Ma lei alza la testa, è una donna che ha
coraggio e dignità, una donna che si mostra e chie-
de giustizia, che trova la forza di denunciare:
“La
solidarietà espressa dai Colleghi è la più sincera
che ci possa essere, perché siete consapevoli
che tutti sareste potuti essere al mio posto. Nes-
suno sconto, invece per le Istituzioni, alle quali
solo una cosa posso dire: io sono stata violentata
anche da voi”
. Questo il suo grido, durante il Con-
siglio Nazionale FNOMCeO a Giardini Naxos. Un
grido che inchioda ciascuno alle proprie respon-
sabilità, un grido perchè il suo non sia l’ennesima
celebrazione, un grido perchè qualcosa cambi.
Avevo 24 anni quando, come tante di voi, ho mos-
so i primi passi da Medico di Guardia Medica; ero
dislocata a Bargagli. Avevo paura? Non so, “vole-
vo” non avere paura, “volevo” credere che il mio
ruolo sancisse la mia inviolabilità... e poi “volevo”
sembrare spavalda. Dormivo in un lettuccio, alla
bell’e meglio, in un locale ricavato nel Municipio:
l’accesso per l’utenza era attraverso il portone del
Comune che restava aperto tutta la notte. Avevo
un telefono fisso (non esistevano i cellulari), la
borsa da Medico attrezzata per le emergenze e un
auto di servizio. Sono sola, il telefono squilla, è una
voce maschile che parla
“dottoressa mia moglie
sta male, ha bisogno di esser visitata ....no, non è
facile da trovare il posto, prenda la sua macchina
l’aspetto al quarto pilone sulla strada provinciale,
non si preoccupi, lasci pure lì la macchina che
l’accompagno io... sa, la casa è nel bosco”
. Non
ho dubbi, non ho paura, lascio la stanza e scendo
in strada. E’ notte, mille stelle, luci che si appann-
nano dietro una coltre di foschia... vado ripetendo
come un mantra
“io non ho paura, sono un me-
dico”
, raggiungo il pilone indicatomi, fermo l’auto,
dei lampeggianti illuminano il crinale del bosco... è
il mio segnale ....vado. Vado incontro a cosa?
C’è una casa, un uomo gentile, una donna con
una colica da aiutare... faccio del mio meglio, il
dolore si spegne, posso rientrare: i ringraziamenti
di rito...
“No, non si preoccupi ritrovo la strada”
,
sono di nuovo sola nel buio e mi chiedo
“qualcuno
se ne sarebbe accorto se non fossi rientrata? A
chi avrei potuto chiedere aiuto se fossi stata in
difficoltà?”
nessuno sapeva da chi e dove mi ero
recata. Arrivo all’auto, apro la portiera, mi infilo in
macchina, chiudo la sicura e resto in silenzio, nella
notte, sola ad ascoltare il mio respiro che riprende
il suo ritmo; qualcuno bussa al finestrino, il cuore
si ferma e poi riparte accellerando a mille.
“Dio
mio, oh! Mi scusi, mi sono spaventata... ah! Ho
dimenticato il timbro... grazie, è stato gentile, no,
no, non ho paura ora rientro in sed
e”.
Cosa è cambiato a distanza di 40 anni? Essere
inviate a Bargagli, per esempio, o in altre sedi di
Guardia Medica fa ancora paura? Esistono Colle-
ghe o Colleghi
soli
? Le sconfortanti dichiarazioni
dei giovani Medici (donne, ma anche uomini) che
Valeria Messina
Consigliere OMCeOGE