Previous Page  9 / 44 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 9 / 44 Next Page
Page Background

GENOVA MEDICA/

OTTOBRE 2017

9

Vita dell’Ordine

Progetto per la sicurezza

nei presidi di C.A.

ho interpellato mi mettono in allerta... non tutte

le sedi sono percepite come sicure, alcuni locali

sono giudicati indecorosi e ad alto rischio, la pre-

senza dell’autista non è garantita a sufficienza,

specie nelle sedi più periferiche: qualcuno rinun-

cia al lavoro pur di non esporsi al rischio.

Dobbiamo aspettare che, anche qui in Liguria, si

compia una tragedia per mettere in sicurezza i poli

di Guardia Medica? Leggo nel “vademecum per il

servizio di Continuità Assistenziale ASL 3 Geno-

vese” del 14/9/2016 che l’Azienda, ai sensi della

normativa vigente, deve provvedere a

“garantire

che le sedi di servizio siano dotate di idonei

locali, di

adeguate misure di sicurezza

per il

riposo e la sosta del Medico, oltre che di servizi

igienici...”

L’accordo, consegnato ai Medici di Con-

tinuità Assistenziale, sancisce i rispettivi obblighi

tra Medici e Azienda. ll nostro Ordine professiona-

le vigila affinchè i rapporti tra Colleghi e Istituzioni

siano improntati alla correttezza.

Ho parlato coi Colleghi di Guardia Medica, bei volti,

bei sorrisi... molte donne. Possiamo accettare che

questi volti, questi sorrisi siano esposti, oltre che

all’imponderabile, anche a rischi evitabili? Possono

le Isituzioni preposte alla tutela della sicurezza sul

lavoro guardare questi volti e accettare l’idea di ri-

vederli sulle pagine di un quotidiano? È un rischio

accettabile per la nostra coscienza?

L’OMCeOGE, unitamente agli altri Ordini liguri ha

espresso solidarietà verso la Collega vittima di vio-

lenza, la Commissione dell’Ordine “Pari Opportunità”

in sinergia con la “Commissione Prevenzione Violen-

za Fasce Deboli” e la “Commissione Giovani Medici

e Odontoiatri” intendono sollevare il problema della

sicurezza in Liguria. Per farlo abbiamo elaborato un

progetto che dia un volto a chi non proteggiamo.

Carlotta Pennacchietti

Medico in formazione

in Medicina Generale

I

l nostro progetto

“Quando proteggeremo chi

ci cura?”

prevede la raccolta di fotografie di

Colleghi e Colleghe attivi in Continuità Assi-

stenziale (o che lo saranno!) per dare “un volto”

vero alle persone che ogni notte, ogni weekend si

trovano nei molti poli di Guardia Medica della no-

stra regione. Raccogliendo questo materiale foto-

grafico intendiamo creare un manifesto che verrà

usato all’interno di una

campagna per sensibi-

lizzare

i media e la popolazione in genere e che

verrà inviato alla Regione Liguria, nella persona

della Consigliera delle Pari Opportunita, affinchè

si adoperi per ottenere la messa in sicurezza di

tutte le sedi di Guardia Medica, unificando a livel-

lo regionale gli standard di sicurezza: chiediamo

adeguate misure di tutela.

Preso atto che, ad esclusione delle sedi di C.A.

urbane, nella maggior parte della Liguria, soprat-

tutto delle zone rurali dell’entroterra, non è previ-

sto l’accompagnamento da parte dell’autista, pre-

so atto che non è possibile conoscere alcun dato

anamnestico sanitario della persona che si pre-

senta all’ambulatorio della C.A. o che richiede una

visita domiciliare, preso atto che la professione

medica sarà sempre di più ad appannaggio delle

donne, chiediamo, attraverso questa iniziativa e

attraverso i nostri “volti”, una coraggiosa azione

di messa in sicurezza delle sedi liguri attraverso:

n

accordi tra le ASL e le Forze dell’Ordine/Guar-

die giurate che garantiscano tutela a chi opera a

domicilio, specie se in condizioni a rischio;

n

la presenza di un operatore accanto al Medico;

n

la fornitura di sistemi d’allarme facilmente atti-

vabili (salvavita Beghelli) in collegamento con le

Forze dell’ordine;

n

videosorveglianza e spioncini di sicurezza in

ogni sede di C.A.;

n

la dislocazione delle sedi in strutture condivise

dalle Forze dell’Ordine o altri soggetti.

A tutti coloro che vogliono che le cose cambino,

chiediamo di inviare uno scatto, in primo piano con

indosso il camice (la nostra divisa), all’indirizzo:

quandoproteggeremochicicura@gmail.com