GENOVA MEDICA/
OTTOBRE 2017
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Spunti
per migliorare l’ECM
Lucio Marinelli
Commissione Comunicazione
e Nuove Tecnologie OMCeOGe
C
ari Colleghi, conosciamo tutti ormai bene
la procedura di acquisizione dei crediti for-
mativi ECM, nella quale ci imbattiamo ogni
volta che partecipiamo ad un evento accreditato.
Modulistiche anagrafiche dettagliate da riempi-
re ogni volta da capo e quiz a scelta multipla da
compilare che includono spesso domande troppo
specifiche o che non sono state affrontate duran-
te l’evento. Sono stato a congressi internazionali
accreditati dove è possibile acquisire crediti ECM,
ma tutta questa lunga (e umiliante) procedura non
è richiesta. Di nuovo, ci troviamo di fronte ad una
autolesionistica peculiarità italica. Essendo docen-
te universitario, mi sono, tra l’altro, chiesto perché
anche chi spesso si trova ad insegnare (e quindi
studiare e produrre lavori scientifici) non debba
essere esentato da questa procedura, o quanto
meno possa essere meglio valorizzato l’impegno
didattico. Nella normativa ECM non viene consi-
derata la didattica svolta in sede universitaria, ma
solo in sede congressuale, dove peraltro il docen-
te guadagna crediti solo se svolge presentazioni
della durata di almeno un’ora, cosa che avviene
ovviamente molto raramente visto che la maggior
parte degli interventi ai congressi ha una durata
che varia tra i 20 e i 45 minuti.
Nonostante questi aspetti che mi inducono a con-
siderare iniquo e molto migliorabile la procedura
di acquisizione dei crediti, ho deciso comunque di
cimentarmi e verificare il numero di crediti acqui-
siti sul portale “Age.na.s” [1] ed ho provato a far-
mi riconoscere le ore di autoformazione (almeno
quello) ed i lavori scientifici pubblicati nel triennio
2014-2016. Scopro, quindi, che sono necessari
altri moduli da compilare e firmare, per autocertifi-
cazione. Ad aprile 2017 carico una certificazione
per ciascun anno del triennio e ad oggi osservo
che ancora non sono state aggiunte al monte
crediti. Cerco, quindi, di inserire le pubblicazioni
scientifiche e vedo che anche in questo caso, per
ciascuna pubblicazione, oltre ad inserire le infor-
mazioni bibliografiche, è di nuovo necessario com-
pilare un modulo di autocertificazione. La proce-
dura più frustrante è, tuttavia, quella richiesta per
identificare la pubblicazione: dopo aver inserito il
titolo, un tasto “Cerca pubblicazione” mi indirizza
ad un motore di ricerca che non conoscevo “Ci-
teSeerX” [2]. Premetto che, essendo Ricercatore,
mi sono a lungo cimentato con motori di ricerca,
citazioni, indici bibliometrici, ecc. Andando a guar-
dare in “About CiteSeerX” leggo “CiteSeerx is an
evolving scientific literature digital library and se-
arch engine that has focused primarily on the lite-
rature in computer and information science”. Quin-
di si tratta di un motore di ricerca dedicato agli
articoli di informatica. Allora perché viene utilizza-
to questo motore? Non avrebbe più senso usare
Pubmed [3], oppure Scopus [4] o Web Of Science
o al limite proprio Google Scholar [5]? Ovviamente
il mio articolo non è presente su CiteSeerX, pur
essendo presente sul ben più noto Pubmed.
Ho chiesto lumi all’email di supporto di Age.na.s
ma ancora non ho ricevuto risposte esaustive.
Naturalmente immagino quante risorse siano sta-
te investite dal Ministero della Salute per raggiun-
gere questo brillante risultato...
[1]
http://ape.agenas.it/[2]
http://citeseerx.ist.psu.edu/[3]
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/[4]
https://www.scopus.com/[5]
http://apps.webofknowledge.com[6]
https://scholar.google.it/Le Commissioni dell’Ordine