GENOVA MEDICA/
OTTOBRE 2017
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parte, proprio i tempi di risposta: si riteneva che
la centrale fosse un passaggio in più, inutile, che
provocava un ritardo nell’invio delle ambulanze.
Oramai da diversi anni è diventato evidente il
ruolo fondamentale delle centrali 118 nella ge-
stione e nel coordinamento dell’emergenza/ur-
genza territoriali. Nonostante i due servizi abbia-
no caratteristiche e ruoli diversi, il NUE 112 sta
attualmente vivendo una stagione simile a quella
vissuta dal 118.
CdR
-
Il personale che lavora “su strada”
(Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Équipes
sanitarie) preferirebbe una Centrale Operati-
va “interforze”, mentre al momento è compo-
sta da centralinisti laici: è un ipotesi fattibile?
Non mi risulta che questa preferenza sia così
diffusa in Liguria. Certamente questo modello di
Centrale Operativa “interforze” (lo abbiamo letto
dai giornali in occasione di eventi accaduti fuori
Regione) circola in alcuni ambienti sindacali, so-
prattutto delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del
Fuoco ed esiste un sito internet che ne ha fatto
la sua specifica mission.
L’Europa quando ha invitato gli Stati membri a
predisporre le Centrali Uniche di Risposta non ha
consigliato il tipo di modello da applicare. L’unico
obbligo (la cui mancanza ha portato la Comunità
Europea a sanzionare l’Italia nel 2009) era quello
di poter localizzare in tempo reale l’utente.
Il modello di Centrale Operativa “Interforze” non
è il modello prevalente in Europa e di fatto viene
attuato solo in Spagna presso la regione della
Castiglia e a Madrid, in Polonia e in Bulgaria.
Inoltre in Finlandia e Svezia, dove il modello a ri-
sposta unica è attivo dagli anni ’50, le Centrali
svolgono un ruolo di gestione ed invio simile al
modello statunitense del 911.
In tutti gli altri paesi europei sono presenti sia il
modello laico, che il modello a prevalenza di un
Ente (Sanità, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco).
Non è il caso di entrare nel merito di quale sia il
sistema migliore, anche perché non abbiamo tutti
gli elementi per farlo, però è importante eviden-
ziare alcuni aspetti: la scelta dell’attuale modello
è stata fatta sette anni fa sulla base dell’unica
sperimentazione, quella di Varese (in seguito
fatta propria da AREU Lombardia), che ha dato
un esito positivo. Precedenti esperienze a diret-
ta gestione delle Forze dell’Ordine, oltretutto in
assenza di localizzazione, hanno avuto esiti non
positivi. Dopo queste esperienze l’Italia è stata
sanzionata.
Il modello attuale prevede che l’operatore laico si
limiti a localizzare e, sulla base degli “Eventi NUE
del Disciplinare Tecnico” del Ministero degli Inter-
ni, a trasferire rapidamente la fonia e la scheda
di localizzazione all’ente competente. Gli eventi
da trasferire, e a chi vanno trasferiti, sono nor-
mati e l’operatore NUE si limita ad applicare un
disciplinare che proviene direttamente dai vertici
nazionali delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del
Fuoco. Esistono delle problematiche, attualmen-
te in fase di discussione sia a livello locale che
centrale, sulla gestione delle chiamate che sono
di competenza di più Enti contemporaneamen-
te, ma il sistema di trasferimento degli eventi nel
suo insieme è questo. Alle centrali PSAP2 spetta
come da sempre il compito di gestire l’operatività.
Il modello, come già detto, prevede anche una
rete telefonica condivisa tra tutti i PSAP2 per lo
scambio di informazioni o nella necessità di aller-
tare altri Enti, quasi esistesse un’unica centrale
anche se dislocata in punti diversi. Attualmente
questa rete è ancora fortemente sottoutilizzata.
Il modello non è perfetto, anzi, è assolutamente
perfettibile, ma se adoperato in modo sempre più
corretto permette a tutti di occuparsi di ciò che
hanno sempre fatto e sanno fare meglio: i Cara-
binieri e la Polizia di Stato di ordine pubblico, i Vi-
gili del Fuoco di soccorso tecnico e l’Emergenza
Sanitaria di coordinamento in caso di soccorso
sanitario. Con una differenza rispetto al passato:
In primo piano